Dopo la vicenda del sacerdote americano accusato di violenza sessuale su 220 bambini sordomuti, il New York Times riporta alla luce un altro caso di pedofilia, questa volta a Monaco, al tempo in cui Ratzinger era arcivescovo.
La Santa Sede: "Indecente attacco a Benedetto XVI"
Roma, 26 marzo 2010 -
Un «fuoco concentrico» contro la Chiesa e i suoi vertici. Il Padre Custode del Sacro
Convento di Assisi, Giuseppe Piemontese, 'bolla' così l'attacco al Pontefice sullo scandalo degli abusi sessuali, all'indomani dell'articolo del New York Times. Accuse dietro alle quali, secondo Piemontese, potrebbe esserci il tentativo «di far dimettere il Papa»: «Proprio a questo si vuole arrivare - afferma all'ADNKRONOS - L'intervento del Papa, della Chiesa a favore della vita e tante situazioni che non si condividono hanno creato questa reazione pesante e ingiusta. Ci sono delle lobby, non dobbiamo cadere nel tranello di reagire in modo scomposto».
«Mi sto meravigliando che la gente non abbia ancora capito che è un fuoco concentrico contro la Chiesa e soprattutto i vertici della Chiesa - prosegue padre Piemontese - Tutto il problema del sarcerdote di Milwaukee è una bolla di sapone e dai documenti stessi che ha pubblicato il New York Times si evince chiaramente che l'intervento della Congregazione per la dottrina della fede, 20 anni dopo i fatti rispetto a quando era stato segnalato, è stato tempistico e chiaro aprendo un processo che, poi, non si è potuto celebrare perchè, dopo 4 mesi, il sacerdote è morto. Tra l'altro, come ha affermato anche il portavoce della Sala Stampa vaticana, la giustizia civile aveva già archiviato il caso».
«Si vede chiaramente che sono fatti pretestuosi - sottolinea Padre Piemontese - Il fatto che la situazione sia grave nessuno la nega, ma è altrettanto palese che c'è gente che vuole colpire la chiesa. Dobbiamo stare attenti, fare in modo che questi fatti non si verifichino e, quando succede, essere inflessibili».
Il New York Times ancora all'attacco del Vaticano. Dopo le accuse di ieri il quotidiano americano riporta alla luce un caso di pedofilia a Monaco. Al tempo in cui era ancora arcivescovo, il futuro papa Benedetto XVI fu tenuto strettamente aggiornato su un caso di abusi in Germania, molto più di quanto lasciato trasparire dalla Chiesa. Una circostanza che accresce gli interrogativi sulla gestione dello scandalo da parte di Ratzinger prima della sua ascesa al Vaticano.
Secondo quanto riferisce il giornale, il cardinale Joseph Ratzinger fu informato del fatto che padre Peter Hullermann, che con la sua approvazione aveva iniziato una terapia negli anni ‘80, sarebbe tornato alla sua attività pastorale pochi giorni dopo l’inizio della cura psicologica. E lo stesso prete fu successivamente condannato per molestie ai danni di bambini.
Fino ad oggi, ricorda il New York Times, la responsabilità della decisione di 'riabilitare' il sacerdote tedesco era stata attribuita all’allora vice di Ratzinger, reverendo Gerhard Gruber. Ma il quotidiano, adesso riferisce dell’esistenza di una memoria informativa consegnata al futuro papa in cui lo si informava sulla situazione di Hullermann. “L’esistenza del documento è confermata da due fonti ecclesiastiche”, riferisce il NYT, “e dimostra che Ratzinger non solo presiedette un incontro il 15 gennaio 1980, con il quale si approvava il trasferimento del prete, ma fu anche informato della nuova dislocazione del sacerdote”.
LA REPLICA
Il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, interrogato da giornalisti a proposito del nuovo affondo del New York Times, ha rinviato alla "smentita pubblicata questa mattina in un Comunicato dell`Archidiocesi di Monaco”.
La nota della diocesi di Monaco recita: “L`articolo del New York Times non contiene alcuna nuova informazione oltre a quelle che la Archidiocesi ha già comunicato sulle conoscenze dell'allora Arcivescovo sulla situazione del sacerdote H. L'Archidiocesi conferma quindi la sua posizione, secondo cui l`allora Arcivescovo non ha conosciuto la decisione di reinserire il sacerdote H. nell`attività pastorale parrocchiale. Essa rifiuta ogni altra versione come mera speculazione. L`allora Vicario generale, Mons. Gerhard Gruber, ha assunto la piena responsabilità della sua propria ed errata decisione, di reinserire H. nella pastorale parrocchiale”.
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