Corriere della sera
Ritenuto l'organizzatore e l'esecutore del massacro di sei persone davanti alla pizzeria «Da Bruno» in Germania
MILANO - I giudici della Corte d'Assise di Locri hanno condannato all'ergastolo Giovanni Strangio, uno degli organizzatori ed esecutori della strage di Duisburg, nella quale nell'agosto 2007 vennero uccisi sei giovani ritenuti vicini alla cosca rivale dei Pelle-Vottari.
FAIDA - Nell'ambito del processo sulla faida che contrappone, da vent'anni, le cosche di San Luca (i Pelle-Vottari e i Nirta Strangio) è stato condannato all'ergastolo anche Gianluca Nistra, marito di Maria Strangio. I giudici della Corte d'Assise di Locri hanno in totale deciso per 8 ergastoli su 9 richiesti (Giovanni Strangio, Gianluca Nirta, Giuseppe e Francesco Nirta, Sebastiano Romeo, Francesco Pelle, Francesco e Sebastiano Vottari), tre condanne minori (9 anni a Sonia e Antonio Carabetta e 12 a Antonio Pelle) e tre assoluzioni (Sebastiano Strangio, Luca Liotino e Antonio Rechichi). Il culmine della guerra di 'Ndrangheta tra le famiglie del paese della locride fu raggiunto proprio nel ferragosto del 2007 con la strage di Duisburg, in Germanial'eccidio che vide la morte di sei persone davanti alla pizzeria «Da Bruno».
RICHIESTE - I giudici erano entrati in camera di consiglio lo scorso 2 luglio al termine dell'ultima udienza, quando il Procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, aveva chiesto nove ergastoli e 70 anni di reclusione per tredici imputati e l'assoluzione per uno soltanto, Antonio Rechichi, a carico del quale sono cadute le prove per il reato di associazione mafiosa assunte in Germania.
«FEROCIA» - «Dal risultato dall'istruttoria dibattimentale è emersa tutta la ferocia, la violenza e la personalitá degli imputati», ha dichiarato il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, subito dopo la sentenza di condanna per gli imputati nel processo «Fehida». Il magistrato ha riconosciuto che «è stato fatto un lavoro importante dalla Procura di Reggio e dai carabinieri di Locri in particolare, con una grande collaborazione della polizia di Duisburg e del Bka, senza la quale oggi non avremmo avuto questo risultato». Sulle tre assoluzioni, Gratteri ha detto che attenderà di legge le motivazioni. «Forse - ha commentato - c'è stato qualcosa che ha riguardato l'acquisizione degli interrogatori in Germania». Il magistrato, infine, ha sostenuto che «è importante che la Corte d'Assise di Locri abbia riconosciuto la responsabilità degli imputati per fatti così gravi che ci hanno additato come mafiosi, come fossimo in uno stato messicano e sudamericano. Questo ha nuociuto molto non solo alla Calabria ma all'immagine dell'Italia».
PIGNATONE - «Esprimo profonda soddisfazione per la sentenza della Corte d'assise di Locri, che ha condannato i responsabili di gravi delitti tra cui la strage di Duisburg, accogliendo in pieno la ricostruzione e le richieste della Procura, frutto di un eccezionale lavoro d'indagine della polizia di stato e dell'arma dei carabinieri». Lo afferma, in una dichiarazione, il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone. «È stata altresì decisiva - aggiunge - la collaborazione con le autorità tedesche e con quelle olandesi anche per la cattura, proprio in Olanda, di Giovanni Strangio». «Penso che sia molto importante - conclude il Procuratore di Reggio Calabria - avere fatto luce su uno dei delitti più efferati degli ultimi anni che aveva peraltro dimostrato la gravità della presenza delle cosche di 'ndrangheta fuori dai confini italiani».
TAORMINA - «È una sentenza poco comprensibile, aspettiamo le motivazioni», ha commentato l'avvocato Carlo Taormina, difensore di Giovanni Strangio. «Si fa fatica a capire il perché e ci si meraviglia che si possa essere giunti a una sentenza di questo tipo - prosegue il legale - Ancora una volta hanno pesato i cognomi, l'ambiente e la pressione dei media, oltre al condizionamento di un'azione voluta a tutti i costi dalla procura di Reggio Calabria, che ha insistito per fare il processo in Italia nonostante in Germania non ci fossero prove contro Giovanni Strangio». E accusa: «Questa è una sentenza già scritta».
SCENE DI PANICO IN AULA - Panico e lacrime tra i familiari degli imputati nel processo di Locri per la faida di San Luca e per la strage di Duisburg. Al momento della lettura della sentenza, quando il presidente della Corte d'assise di Locri, Bruno Muscono, ha condannato il primo imputato all'ergastolo, sono iniziati i primi trambusti e le scene di panico. La moglie di Giuseppe Nirta e madre di altri due imputati, tutti condannati all'ergastolo, ha iniziato a gridare frasi incomprensibili ed a dimenarsi sbattendo i pugni su un tavolo. «L'ergastolo, l'ergastolo....a loro no l'ergastolo», ha continuato a gridare. La donna è stata poi allontanata dall'aula dai carabinieri ed accompagnata in una stanza vicina, dove però la donna non si è calmata e ha continuato ad urlare frasi in dialetto ed a piangere. Poi, improvvisamente, ha smesso di dimenarsi ed ha iniziato a recitare una cantilena con una serie di preghiere e litanie. Anche gli altri familiari degli imputati hanno avuto momenti di commozione e rabbia ma in modo composto e senza creare problemi di ordine pubblico.
FAMIGLIARI VITTIME - Nell'aula della Corte d'assise di Locri erano inoltre presenti i famigliari delle vittime. «Giustizia è fatta», è stata la prima dichiarazione di Maria Carlino, madre dei fratelli Francesco e Mario Pergola, uccisi il giorno di ferragosto del 2007 la nella strage di Duisburg, subito dopo la lettura della sentenza: «Uccidendo i miei due figli - ha aggiunto - mi hanno tolto tutto. Per me e mio marito i nostri figli erano tutto. Ci hanno distrutto la vita privandoci degli affetti più cari che avevamo. Ancora una volta voglio ribadire che i miei figli erano in Germania per lavorare e sono stati uccisi perchè si sono trovati nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Li hanno ammazzati per non lasciare testimoni». «Quanto è successo in Germania - ha concluso Carlino - non doveva accadere. Le autorità tedesche sapevano bene di avere nella pancia la 'ndrangheta e non dovevano certo aspettare la morte di sei persone per intervenire». In tribunale era presente anche una troupe delle televisione tedesca.
STRAGE DI FERRAGOSTO - La strage di Duisburg, compiuta nel giorno di ferragosto del 2007, ha rappresentato il momento culminante della faida di San Luca che per anni ha visto contrapposta la cosca dei Pelle-Vottari con quella dei Nirta-Strangio. Le sei vittime della strage di Ferragosto, portata a termine davanti il ristorante «da Bruno», furono Sebastiano Strangio, di 39 anni, titolare del locale; i fratelli Francesco e Mario Pergola, di 20 e 22 anni, che lavoravano nel ristorante; Marco Marmo, di 25; Tommaso Venturi, di 18, e Francesco Giorgi, di 17 anni. Le vittime della strage, escluso i fratelli Pergola, erano ritenuti dagli investigatori appartenenti o vicini alla cosca Pelle-Vottari.
Redazione online
12 luglio 2011 15:21